Trans in passerella per eleggere la Miss

piccoleadmin    25 May 2003    Comments Off on Trans in passerella per eleggere la Miss

A pochi giorni dalla chiusura della kermesse di Salsomaggiore, la Versilia ospita per due giorni le elezioni del transessuale più bello d’Italia

di Monica Maggi

Sarà difficile che possa salire agli onori della cronaca ufficiale, ma un merito gli va riconosciuto: quello di essere riuscito ad arrivare alla sua undicesima edizione. Stiamo parlando del concorso nazionale di Miss Trans (WWW.MISSTRANS.NET), l’elezione del transessuale più bello d’Italia. La gara si tiene in genere tra Bologna, città nota per l’ospitalità alle minoranze, e Viareggio che offre paesaggi marini stupendi anche d’inverno.

Quest’anno sarà di nuovo la Versilia il luogo deputato per l’elezione di Miss Trans. Date: 4 e 5 ottobre, e le organizzatrici Regina e Anastasia si stanno alacremente dando da fare per mettere a punto la macchina del concorso. Ma la loro, insieme a quella della manifestazione, non è stata vita facile. L’idea è nata perché il concorso di Miss Italia non permette a tutt’oggi ai trans, anche se operati e dunque donne sotto tutti i punti di vista, di partecipare alle selezioni. E Regina aggiunge: “Polemicamente, infatti, la nostra kermesse viene organizzata due settimane dopo la chiusura del concorso nazionale”. Tra l’altro la bella e bionda Regina rivela che, qualche anno, fa alcune ragazze operate arrivarono in finale a Salsomaggiore. E poi automaticamente espulse dalla gara, nonostante la legge italiana le riconosca donne a tutti gli effetti. Racconta: “Tre ragazze, di cui volutamente non faccio i nomi, qualche anno fa si presentarono alle selezioni di Miss Italia. Vinsero le fasce locali, passarono addirittura le semifinali e arrivarono a Salsomaggiore. Fino a che qualcuno non pensò bene di informare l’organizzazione che erano operate. A quel punto Mirigliani si appellò a una clausola inserita nel regolamento del concorso, in cui si dice che sono ammesse solo donne naturalizzate. E questo esclude, appunto, le donne per rettifica, cioè quelle che hanno subito un’operazione per cambiare sesso e sono state riconosciute donne a tutti gli effetti dalla legge italiana. Le concorrenti furono eliminate”.

Tutto questo accadde davvero, anche se la legge 164 del 1982 riconosce il cambiamento di sesso a tutti gli effetti. E quindi l’eliminazione non sarebbe regolare. “L’unico modo per verificare se una donna è stata operata, è attraverso un accurato esame ginecologico, con strumentazione anche invasiva. Non credo proprio che gli organizzatori si infilino sotto le gonnelle di tutte le concorrenti. Se questo concorso è per le donne, allora va riaperto un dibattito molto più ampio su che cos’è una donna”.

La vita di Regina, Anastasia e del loro concorso ha avuto altri guai. Inizialmente ci sono state petizioni popolari, sia laiche che religiose. “Alcune forze politiche conservatrici minacciarono cortei e barricate, ma a dire il vero queste polemiche ci hanno portato molta pubblicità gratuita, i media si sono interessati alla vicenda. Basti sapere che durante la prima serata sono dovute intervenire le forze dell’ordine perché c’era troppa gente che voleva assistere alla sfilata delle miss”.

Manifestazione di glamour controtendenza, di provocazione o di denuncia? Le organizzatrici ci tengono a precisare che Miss Trans non è volta esclusivamente a mettere in evidenza dei corpi, ma anche, e forse soprattutto, ad accendere i riflettori sul mondo transessuale e sulle sue problematiche. “Un mondo – hanno spiegato alcune di loro- visto sempre come legato alla droga, alla prostituzione e alla delinquenza”. Proprio per questo, all’interno del concorso si svolge sempre un dibattito strutturato. Nelle precedenti edizioni si è parlato di ‘Transessualismo e lavoro, azioni e promozioni’ o di ‘Tra sesso e genere, cosa ci unisce e cosa ci divide’.

Tematiche serissime, anche se allora, nel lontano 1992, la cosa iniziò per gioco. Una presa di posizione ancora più seria ci fu un anno fa, quando venne scelta Bologna per la decima edizione. “La scelta di Bologna per il decennale – spiega Regina – ebbe un valore altamente simbolico, perché il capoluogo emiliano ha una consolidata tradizione per quanto riguarda la tematica dei diritti. Non è un caso se sotto le Due Torri c’è la sede nazionale di Arcigay, Arcilesbica e Mit (Movimento identità transessuale), un’associazione nata nel 1979 per tutelare e difendere i diritti dei trans offrendo servizi di consultorio, documentazione, meeting point, sportello Cgil e altro ancora. La Regione Emilia-Romagna, inoltre, ha approvato un progetto per favorire l’avviamento al lavoro dei transessuali”. Le ragazze che l’scorso anno si contesero i tre premi in palio furono circa 50, provenienti da tutte le città italiane.

Regina porta dati alla mano. “È cambiato molto il panorama trans da allora. I primi anni il 70per cento delle concorrenti erano ragazze che si prostituivano per vivere, oggi siamo scesi al 50 per cento. Un ottimo segnale, significa che c’è più integrazione e più voglia (e riuscita) di normalità”.

Personaggi più o meno famosi e illustri hanno dato la loro benedizione al concorso: Leo Gullotta, alcune ex Miss Italia provenienti da Salsomaggiore, il politico Franco Grillini, Mario Cipollini, Eva Robin’s. Alcune concorrenti poi, nonostante il loro ingresso ufficiale nel mondo dello spettacolo, non rinunciano a questa gara. E’ il caso di Manila Gorio, che dopo Sanremo, dopo la collaborazione con Fabio e Mingo di Striscia la notizia, dopo il suo calendario 2004 con scatti d’autore, sale sul palco di Viareggio per tanti motivi. “Non dimentico mai da dove provengo: partecipare al concorso è un modo per ricordare che i trans non sono solo bizzarrie e capricci, ma anche voglia di vivere normalmente”.